07 novembre 2006

arte & letteratura: LE CASE DI VIRGINIA WOOLF

NAPOLI
dal 6 novembre al 6 dicembre 2006

Bilotta, Manigrasso, Moroso, Pica: quattro amici avvolti e coinvolti dalla grandezza di Virginia Woolf le dedicano una mostra alla memoria per far conoscere le case dove Virginia ha vissuto, sia a Londra che fuori.

Tra le opere d'arte che ritraggono Virginia Woolf - dipinti, schizzi, fotografie, etc. - vi è anche un busto in bronzo eseguito da Stephen Tomlin, nel 1931. Per lui Virginia posò quattro volte. Il dover recarsi allo studio dello scultore camminando per strade polverose e il posare a lungo per un artista insopportabile e nemmeno molto puntuale, ridussero Virginia in uno "stato di collera e di disperazione". Liberata da quel tormento, lasciò il povero Tomlin desolato con la scultura abbozzata. Il busto sprigiona una forza indubbia della personalità della scrittrice. Isolata nella sua grandezza, i suoi occhi scrutano nel vuoto qualcosa che le sfugge e la costerna.
La scultura di Giuseppe Manigrasso che si aggiunge raffigura Virginia più giovane, di profilo, con un'espressione tra l'allucinato o l'ispirato. Da pensatrice o profetessa. L'intensità e la serietà dei propositi scultorei di Manigrasso celano una straordinaria proprietà formale, dove la forza non è mai ostentata, ma presente dentro un equilibrio, una precisa misura, che non viene mai meno qualunque sia il tema trattato.
I modelli di Checco Moroso. L'aspirazione a una bellezza ideale e il senso della forma e, quindi, quello della "proporzione", sono in lui particolarmente motivati e coltivati: gli agevolano il perseguimento degli ideali e l'attuazione dei piani. Probabilmente per tali ragioni i modelli delle case di Virginia che egli ha magistralmente realizzato hanno qualcosa in più: il potere di commuovere. All'istante. Soprattutto artisti, poeti e animi sensibili. L'architettura è, per lo più, di epoca vittoriana; le case dove Virginia ha abitato risentono di questo respiro.

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